Cinema e Serie Tv

19.11.2020

Il rapporto genitori-figli è da sempre una tematica centrale al cinema, nel teatro ma anche nella musica. Attraverso l’esplorazione di questa tematica si scopre l’universo giovanile in tutte le sue sfaccettature, speranze, disagi, sogni e inquietudini.
Il tema è serio e a volte anche il modo di rappresentarlo; tuttavia anche nel modo più profondo di metterlo in scena non manca mai quella spensieratezza e quella magia che l’adolescenza cela tra, e nonostante, i drammi e le urla quotidiane.
Carlo Verdone che in questa settimana ha soffiato 70 candeline, la maggioranza delle quali spente da regista e attore, è da sempre stato un attento osservatore della realtà, nonché creatore di spaccati sociali, dolci e malinconici, che hanno fatto tremare le nostre anime. L’ingenuità del coatto, la malinconia del solo, la creatività del bugiardo, il nipote imbranato, li ha tipizzato personaggi di ogni tipo.
Queste caratterizzazioni così diverse non gli hanno fatto tralasciare tematiche universali e serie come il rapporto padre – figli.
Dal figlio tonto che si approccia al padre più furbo e sveglio che lo sprona con scarsi risultati, dal padre che delude la propria figlia femmina e si trova a doverla riconquistare, o che deve tentare di non far sentire sempre a una figlia ma adolescente il peso di un divorzio. O ancora un padre che deve rimediare all’assenza in un momento particolare della vita dei suoi figli o quello che avendo trascurato prima protegge dopo.
Insomma diverse sfumature di un solo sentimento che poi, al netto degli errori che si possono compiere, è sempre dominante nei suoi film e non senza malinconie lo guida dalla parte del giusto.

Di seguito ci sono i 5 film che meglio rappresentano questo rapporto padri – figli secondo la visione di Carlo Verdone che da Martedì 17, a compimenti dei 70 anni, nei  conta più di 30 sia nel cinema che come padre.

 

IN VIAGGIO CON PAPà (1982)
Il padre playboy sfacciata il figlio timido e tontolone. Queste due caratteristiche definiscono la trama del film. I due si ritrovano in viaggio insieme.
Armando interpretato da Alberto Sordi ha più o meno 50 anni e mentre sta partendo in vacanza con la sua amante Federica, suo figlio Cristiano, Carlo Verdone, gli piomba in casa e gli chiede di accompagnarlo dai suoi amici. I suoi amici sono i suoi compagni della comune ecologica in cui vive da qualche anno. A questo punto Armando è costretto a intraprendere questo viaggio con suo figlio che in realtà pone i due individui, così distanti per modo d’essere e modo di vivere, a contatto. Attraverso questo tempo insieme i due impareranno a conoscersi e tra battute storiche e grandi differenze (storica battuta che il figlio fa al padre ogni qualvolta questi fuma: “questi so 40 secondi de vita in meno”)  si accorgeranno di volersi davvero bene.

 

C’ERA UN CINESE IN COMA (2000)
Ercole Preziosi è un agente che ha a che fare con poveracci o artisti di pochissimo conto. Un bel giorno incappa in un autista che però del talento ce l’ha. Al pubblico piace. Il suo talento è quello di cabarettista tendente allo spogliarello che tuttavia diverte le persone e riempie i teatri. Da lì una grande escalation di successo che investe Beppe Fiorello interprete di Nicola, autista che diventa star. Lui viene totalmente avvelenato da questo successo montandosi la testa, tanto che nel momento di apice si dimentica e abbandona Ercole, colui che l’ha scoperto e l’ha portato alla celebrità.
Una parabola già vista forse ma che viene arricchita da un filone: il rapporto di Ercoli che dedicandosi completamente agli eventi dell’artista trascura la moglie e la figlia. Quest’ultima viene sedotta da Nicola che divenuto ricco e un po’ spietato la tratta in modo barbino. Qui c’è il risvolto del rapporto padre figlia che risveglia l’animo paterno rendendo Ercole protettivo nei confronti della ragazza e spietato nei confronti di chi non l’ha rispettata.

 

L’AMORE è ETERNO FINCHé DURA (2004)
Questa è la storia della fine di un matrimonio, quello tra Gilberto e Tiziana. Come ogni separazione chi diventa protagonista poi sono sempre i figli. In questo caso la figlia Marta è un’adolescente. Le cose si complicano. Questo che è il 19esimo film di Verdone ci porta nel filone amaro e malinconico dell’attore. Le tematiche principali sono la crisi di un matrimonio e la crisi di mezza età ma a causa dell’una e dell’altra entrambi i coniugi si troveranno a trascurare la cosa più importante: la loro figlia. Tra una discussione e l’altra, tra un tentativo di sentirsi ancora giovani e apprezzati perderanno di mira il rapporto con Marta fino ad essere convocati da una docente del liceo della giovane. E’ sicuramente un episodio secondario il rapporto dei genitori con l’adolescente che non manca di dare i giusti mezzi per la riflessione.

 

IL MIO MIGLIOR NEMICO (2006)
I toni tragicomici del film si devono a una trama avvincente che aggroviglia le esistenze di due individui: Achille (Carlo Verdone) e Orfeo (Silvio Muccino). Il primo è un padre di famiglia appartenente a un ceto sociale elevato e possiede grazie a sua moglie hotel di lusso; insieme sono alla soglia dei 25 anni di matrimonio. Il secondo è il figlio di una donna di servizio dell’hotel che, convinto che quest’ultima abbia subìto un torto da Achille, vorrà rovinargli l’esistenza. Il suo piano diabolico comincia proprio durante la festa dei 25 anni di matrimonio di Achille e Gigliola, sua moglie. Qui tuttavia Orfeo scoprirà che il terremoto che ha provocato avrà ripercussioni su un’altra persona: Cecilia. Lei è la figlia di Achille ma anche persona del cuore di Orfeo. Dopo tanta distruzione i due quindi si ritroveranno insieme a mettersi sulle tracce della giovane e soprattutto per Achille sarà un viaggio nei sentimenti e negli stati d’animo di sua figlia, scoprendo in cosa è mancato e in cosa ha sbagliato. Una trama acuta che seppure non mette il rapporto padre figlia in primo piano lo affronta e lo inserisce intelligentemente.

 

SOTTO UNA BUONA STELLA (2014)
Federico (Carlo Verdone) è un uomo che ha una buona posizione, una bella casa e una bella e giovane fidanzata. Con il fallimento della sua holding a causa di problemi con la finanza di uno dei suoi soci e con la morte della sua ex moglie con la quale i figli vivevano la vita gli si stravolge. La sua giovane e bella fidanzata lo lascia e lui si ritrova con meno risorse economiche a fare il padre e addirittura il nonno. I suoi figli Lia e Niccolò sono adulti ma hanno molto bisogno del loro padre che fino a quel momento li ha trascurati. Devono anche fare i conti con l’assenza e la mancanza della loro mamma. In aggiunta la simpatica e chiassosa vicina di casa interpretata da Paola Cortellesi che invece conquista i due ragazzi. Una commistioni di inquietudini, di passati, di solitudini che si incontrano, si intrecciano e alla fine si raccontano e si conoscono le une con le altre. Arriveranno all’armonia?
Sicuramente Federico arriverà a leggere qualcosa che fino a quel momento non gli era stato abbastanza chiaro: i suoi figli.