Segreti in tavola
Ti sei mai chiesto perché il tartufo è considerato uno dei tesori più preziosi della nostra cucina? Forse perché nasce nascosto, silenzioso, nel cuore della terra, e solo il fiuto esperto di un cane riesce a scovarlo. Un tubero misterioso, dal profumo inconfondibile, capace di trasformare un semplice piatto in un’esperienza indimenticabile.
Il tartufo non è un fungo qualsiasi: è un vero e proprio gioiello naturale, frutto della simbiosi tra radici di alberi come quercia, pioppo o nocciolo e particolari funghi ipogei. In Italia ne esistono diverse varietà, ma i più pregiati sono il Tartufo Bianco d’Alba, raccolto in autunno in Piemonte. il Tartufo bianco di Acqualagna raccolto nell’Appennino Marchigiano, e il Tartufo Nero Pregiato di Norcia, protagonista dell’inverno umbro.
La raccolta, regolata da antiche tradizioni e severi calendari, avviene da settembre fino a gennaio per il bianco, e da dicembre a marzo per il nero. Una volta acquistato, il tartufo va trattato con rispetto: si conserva pochi giorni, avvolto in carta assorbente e chiuso in un contenitore ermetico in frigorifero, meglio se accanto a un uovo o a un pezzo di riso, che ne assorbiranno l’aroma.
In cucina, il tartufo non ama i fuochi forti: preferisce il calore delicato e le preparazioni semplici. In Piemonte, le tajarin al burro diventano poesia con qualche lamella di tartufo bianco. In Umbria, il tartufo nero di Norcia profuma la strangozzi pasta, con aglio, olio e un tocco di pecorino. In Abruzzo, le uova strapazzate al tartufo sono un piatto contadino che oggi vale come un lusso. E in Molise, il tartufo nero accompagna perfino i crostini caldi con stracciata di bufala.
Un piccolo tubero, un grande universo di profumi e sapori che raccontano l’Italia più autentica: quella che sa aspettare, cercare e celebrare la natura in ogni stagione. Perché il tartufo, più che un ingrediente, è un’emozione.