Segreti in tavola
Chi l’avrebbe mai detto che questo piccolo frutto dalla polpa verde brillante, oggi così comune sulle nostre tavole, arriva da molto lontano? Il kiwi, infatti, è originario della Cina, dove era conosciuto come yang tao, il “frutto della scimmia”. Solo nei primi del Novecento giunse in Nuova Zelanda, dove trovò un clima ideale e fu ribattezzato “kiwi”, come l’uccello simbolo del Paese, piccolo e tenero, proprio come il frutto.
Da lì, il kiwi ha conquistato il mondo. Oggi la Cina è tornata ad essere il primo produttore mondiale, seguita da Italia e Nuova Zelanda. E proprio il nostro Paese, con le sue pianure fertili e i climi miti, è diventato un protagonista assoluto: il Lazio, il Piemonte, l’Emilia-Romagna e il Veneto sono tra le regioni più vocate, grazie ai terreni ricchi e ben drenati. Il Kiwi di Latina IGP, in particolare, è uno dei simboli di eccellenza italiana esportato in tutto il mondo.
Dal punto di vista nutrizionale, il kiwi è un vero concentrato di benessere: ricchissimo di vitamina C – ne contiene più di un’arancia – aiuta a rafforzare il sistema immunitario, favorisce la digestione grazie all’actinidina, un enzima naturale, ed è alleato della pelle e della circolazione.
Si conserva bene in frigorifero per alcuni giorni, ma se è ancora acerbo basta lasciarlo maturare a temperatura ambiente, magari accanto a una mela o una banana: sprigioneranno etilene, accelerandone la maturazione.
Si consuma al naturale, tagliato a metà e gustato con un cucchiaino, ma è anche protagonista di smoothie, macedonie, torte e insalate. E da qualche anno, la varietà gold, dalla polpa gialla e più dolce, ha conquistato anche i palati più delicati.
Piccolo, esotico e pieno di energia, il kiwi è la prova che a volte la natura riesce a racchiudere in un solo frutto il gusto, la salute e la storia di un viaggio che dal lontano Oriente è arrivato fino ai nostri campi.