Segreti in tavola
In Calabria il peperoncino non è solo un ingrediente: è un simbolo identitario, una tradizione che accende di gusto ogni piatto. Con l’Indicazione Geografica Protetta, questo piccolo frutto piccante viene finalmente tutelato e valorizzato. Le varietà che rientrano nell’IGP sono diverse, ma tra le più diffuse troviamo il Diavolicchio, dal frutto affusolato e dal colore rosso brillante, il Naso di Cane, dalla forma ricurva e dal sapore intenso, e ancora il Sigaretta, la Guglia e il Tondo. Tutte hanno in comune l’aroma penetrante, la piccantezza persistente e la capacità di regalare carattere alle preparazioni.
La coltivazione interessa gran parte del territorio calabrese, dal Tirreno allo Ionio, in particolare le province di Cosenza, Catanzaro e Vibo Valentia. Qui il clima mediterraneo, i terreni soleggiati e ventilati, insieme al sapere dei contadini, creano le condizioni ideali per un prodotto di qualità unica.
Il peperoncino calabrese può essere consumato fresco, essiccato al sole, macinato in polvere oppure conservato sott’olio, intero o a pezzetti. Questa versatilità lo rende presente tutto l’anno nelle cucine calabresi.
Ricco di capsaicina, è noto per le sue proprietà stimolanti e digestive, oltre che per l’azione antiossidante. Apporta vitamina C, betacarotene e sali minerali, trasformandosi non solo in un alleato del gusto, ma anche della salute.
In cucina è il re della tradizione: insaporisce i salumi tipici come la ’nduja e la soppressata, rende vivaci i primi piatti come la pasta con le sarde, dà carattere a conserve e sottoli, e accompagna persino dolci e liquori artigianali. Un ingrediente che non si limita ad “aggiungere piccantezza”, ma che racconta la storia, l’orgoglio e la passione di una regione che nel peperoncino ha trovato la sua firma inconfondibile.