Travel Experience
Ci sono isole che sembrano sospese nel tempo, e Sainte-Marie (Nosy Boraha) in Madagascar è indubbiamente una di queste. Appena arrivi, percepisci subito che la vita scorre lenta, scandita dal ritmo del mare e dal vento. Non troverai resort invadenti, ma piccole capanne di legno affacciate sull’oceano. Io ho dormito in una stanza semplice, con le finestre sempre aperte e il rumore delle onde a fare da colonna sonora.
Muoversi in motorino tra le palme, i villaggi di pescatori e i mercatini improvvisati è stato un vero e proprio viaggio in un Madagascar autentico, lontano dalle solite cartoline. Di tanto in tanto, incontravo bambini che correvano scalzi accanto al mio scooter, ridendo come se fossi un extraterrestre. E poi il cibo: pesce appena pescato, aragoste enormi cucinate su fuoco vivo, il tutto servito con un sorriso che vale più di mille recensioni online.
Ma ciò che mi ha lasciato senza fiato è stato il Cimitero dei Pirati. Un campo un po’ selvaggio, con croci storte, lapidi antiche e simboli misteriosi. Passeggiare in quel luogo con il vento che fischiava tra le tombe è stata un’esperienza surreale, come se quelle storie di corsari e tesori fossero ancora vive.
Sainte-Marie è proprio questo: un mix di mare da sogno e leggende che si respirano ovunque. Non è un’isola che accoglie con il lusso, ma con la sua autenticità. E alla fine ti accorgi che è proprio ciò che stavi cercando, anche se non lo sapevi.