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01.09.2025
Viaggio alla fine del mondo: l’incanto di Capo Ténaro
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Ci sono luoghi che hanno il potere di farti sentire piccolo e al tempo stesso parte di qualcosa di eterno. Capo Ténaro, all’estremo sud della penisola del Peloponneso, in Grecia, è uno di questi.

Un viaggio verso il mito

Raggiungere questo promontorio è già un’esperienza in sé: le strade serpeggiano tra colline brulle, ulivi secolari e piccoli villaggi silenziosi. Una volta giunti, l’asfalto scompare, lasciando spazio a un sentiero che si snoda tra il blu profondo del Mar Egeo e quello dello Ionio. È un cammino su una lingua di terra che si protende verso l’orizzonte, un luogo dove la natura selvaggia e il mito si fondono.

Per gli antichi greci, Capo Ténaro era un luogo sacro e misterioso. Qui si riteneva che si trovasse una delle porte per l’Ade, l’ingresso al regno dei morti. È da qui che, secondo la leggenda, il poeta Orfeo scese negli inferi per ritrovare la sua amata Euridice, ed è qui che Eracle trascinò Cerbero, il mitico cane a tre teste.

L’incontro tra cielo e mare

Camminando tra rocce aride e fiori selvatici, ogni passo risuona di un’eco antica. Il silenzio è interrotto solo dal suono delle onde che si infrangono sugli scogli. Sembra quasi di percepire il bisbiglio di voci lontane, racconti di eroi e ombre.

Alla fine del sentiero, solitario, si erge un faro bianco che veglia sull’orizzonte. Da qui si può assistere al maestoso incontro dei due mari. Il vento sferza il viso e si rimane immobili, ipnotizzati dalla sottile linea in cui il cielo si fonde con il mare, un punto che dà la sensazione di essere davvero arrivati “alla fine del mondo”.

Capo Ténaro non è solo un luogo geografico, ma un passaggio, un confine sottile tra il mito e la realtà, dove la natura ti ricorda la tua fragilità e, al tempo stesso, ti fa sentire parte di una storia millenaria. Partendo, ci si chiede se si è solo camminato su un paesaggio mozzafiato, o se si è davvero toccata l’antica soglia dell’Ade.