Segreti in tavola

21.08.2025
I segreti del Ribes: il piccolo frutto dal grande carattere
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Piccoli, brillanti e aciduli: i ribes sono come perle rubate al bosco. Ma da dove arriva questo nome così curioso? “Ribes” ha origini arabe: deriva da rībās, un termine usato per indicare una pianta persiana dal gusto acidulo simile al nostro rabarbaro. Quando gli arabi arrivarono in Europa, i botanici europei lo usarono per descrivere questi frutti rossi, rosa, bianchi o neri, così simili nell’aspetto e nel sapore pungente.

Originari delle regioni fredde e temperate dell’Europa e dell’Asia, i ribes crescono spontanei nei sottoboschi, ai margini dei prati e lungo i ruscelli. In Italia, li troviamo soprattutto nelle zone alpine e prealpine, dal Trentino al Piemonte, ma anche nelle campagne dell’Appennino centrale. La differenza tra i ribes selvatici e quelli coltivati? Sta soprattutto nella forma e nel sapore: i selvatici sono più piccoli, aspri e profumati, mentre le varietà coltivate – come il ribes rosso (Ribes rubrum), quello nero (Ribes nigrum) o quello bianco – sono più dolci, succosi e facili da raccogliere.

Come conservarli? I ribes sono delicati: si mantengono in frigo per 2-3 giorni, meglio se stesi su un foglio di carta assorbente e non schiacciati. Possono essere anche congelati, magari già separati dal raspo, pronti per l’uso in inverno.

In cucina, questi frutti sono una vera risorsa. Il ribes rosso è perfetto per decorare dolci, preparare confetture brillanti e gelatine traslucide. Quello nero è usato per liquori come il celebre Crème de Cassis francese. Ma anche in Italia non mancano ricette tradizionali: in Alto Adige, il Ribiselkuchen, una torta rustica al ribes rosso, è un classico della merenda estiva. E in Valle d’Aosta, il ribes entra nelle conserve di frutta usate per accompagnare i formaggi locali, creando un delizioso contrasto dolce-acido.

Piccoli sì, ma intensi: i ribes racchiudono vitamine, antiossidanti e un tocco selvatico che dà energia. Perfetti per chi ama sapori veri e naturali, sono i protagonisti discreti ma brillanti dell’estate.