Segreti in tavola
Nel cuore dell’Emilia, tra i filari di Modena e Reggio Emilia, un gruppo di produttori di Lambrusco sta ridefinendo l’identità di questo vino unico. Non è un’operazione di marketing, ma una “rivoluzione gentile” nata dalla terra e dalla passione di chi il Lambrusco lo produce quotidianamente. Si fanno chiamare i Custodi del Lambrusco.
Ventisette realtà diverse per storia e stile, ma unite da un obiettivo comune: restituire al Lambrusco la sua vera essenza. Un’identità fatta di freschezza, profondità, lavoro artigianale e rispetto per la terra e la cultura locale.
A guidarli è un Manifesto, un patto condiviso che proclama: “Siamo custodi dell’essenza più pura del Lambrusco.” Questo “siamo” esprime appartenenza, energia e visione. Il Lambrusco non è un vino banale; è versatile, sorprendente e persino complesso. È un vino che parla al presente con uno sguardo saldo sul futuro.
La protagonista di questa storia è Silvia Zucchi, enologa dell’Azienda Agricola Zucchi. Silvia ha ereditato la passione del nonno Bruno Zucchi, fondatore dell’azienda nel cuore della DOC del Sorbara negli anni ’50. Dopo il diploma a Conegliano e dieci vendemmie, Silvia ha lanciato il suo progetto “Silvia Zucchi in Purezza”.
Questa linea include quattro espressioni autentiche e radicali di Lambrusco di Sorbara in purezza: due spumanti metodo Charmat, un frizzante “infondo” con rifermentazione in bottiglia, e un sorprendente Metodo Classico Dosaggio Zero. Tutto parte da una selezione clonale accurata, vigne curate a mano e vinificazioni che preservano ogni sfumatura del frutto. Niente filtrazioni, solo fermentazioni spontanee e grande rispetto per i ritmi della natura. Questa è la nuova voce del Sorbara: più che una linea di vini, è un manifesto enologico che racconta un territorio con precisione, eleganza e coraggio. Per innovare davvero, a volte, bisogna tornare alla purezza.