Vino Patrimonio Comune: ne parliamo con Marcello Lunelli presidente dell’omonima Fondazione

Vino Patrimonio Comune: ne parliamo con Marcello Lunelli presidente dell’omonima Fondazione
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Un vino autentico, per il quale è accertata la tipicità e la corrispondenza con il territorio di origine, è sinonimo di rispetto verso i consumatori e di garanzia nelle relazioni commerciali. Da questa esigenza di autenticità, diffusa in Italia e in Europa, deriva il progetto no profit di Vino Patrimonio Comune, che andrà ad alimentare un database indipendente e certificato contenente le informazioni tecniche e di provenienza dei vini italiani. Una soluzione messa in campo con il supporto scientifico dell’Università di Parma per offrire una risposta alle esigenze delle aziende associate ed uno strumento affidabile a disposizione degli operatori del settore vitivinicolo.

In questa puntata Marcello Lunelli ci racconta le motivazioni alla base della nascita della Fondazione, ovvero la difesa delle origini e la genuinità delle materie prime e dei prodotti, promuovendo un modello sostenibile e in grado di rafforzare lo sviluppo integrale delle filiere.
Da tempo in Europa è stata implementata una banca dati isotopica del vino allo scopo di monitorare la qualità nel settore vitivinicolo. Una soluzione gestita dalle autorità nazionali di controllo degli stati membri dell’Unione europea, che però non risulta tuttora aperta alla consultazione degli operatori privati. Un impedimento al quale alcuni marchi hanno ovviato avviando progetti di profilazione delle caratteristiche analitiche dei vini a tutela dei propri prodotti. Iniziative private frammentate che, prevedendo la proprietà dei dati in capo a soggetti diversi dai produttori di vino, non hanno condotto alla definizione di un riferimento condiviso.
La Fondazione nasce quindi per supportare la filiera vitivinicola nazionale attraverso un sistema di coordinamento autorevole e indipendente delle sue competenze tecniche e strategiche. In particolare, la Fondazione opererà per accrescere i profili di autenticità e sostenibilità di prodotti, imprese e territori, qualità alla base dell’apprezzamento del Made in Italy nel mondo.
Molteplici sono stati i progetti e le iniziative che negli anni hanno sostenuto la maturazione di competenze sia in vigneto che in cantina, avvicinando anche il pubblico al consumo consapevole e responsabile, ma molto resta ancora da fare in termini di promozione degli elementi immateriali del vino, a partire dal suo portato storico e culturale plurisecolare. Un punto quest’ultimo che, anche in virtù dello sviluppo del progetto della Fondazione, potrà garantire nuove prospettive di crescita al comparto.
La Fondazione, quindi, mira a consolidare il valore del vino italiano e a contribuire alla difesa e al sostegno del patrimonio delle imprese vitivinicole del Paese.

(Se l’hai perso leggi e ascolta l’approfondimento Segreti in tavola )

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