Senape

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Sapevate che la salsa di senape non è solo… color senape, ma può essere anche beige, marrone chiaro o scuro, e in alcuni casi quasi nera?

Dipende da tanti fattori, come gli aromi e le spezie che vengono aggiunti, le modalità di lavorazione, ma soprattutto il tipo di pianta di senape utilizzata. Infatti ne esistono più varietà, anche se appartengono tutte alla famiglia delle Brassicacee.

Le più comuni sono la senape nera, con piante alte fino a tre metri e semi dal sapore pungente, e la senape bianca, dai semi più grandi e dal sapore meno piccante. Per preparare la salsa di senape, i semi delle piante vengono polverizzati e miscelati con vari ingredienti, di solito acqua, aceto, succo di limone, vino, sale, aromi e spezie.

Come vi dicevo, i tipi di salsa di senape sono tantissimi: dalla nostra, giallognola, cremosa e dal sapore delicato; a quella inglese, molto forte, a cui spesso si aggiunge peperoncino; a quella francese, di solito ben piccante, preparata in tantissime varianti a seconda della regione, talvolta lasciando i semi interi. Ed esiste addirittura una senape giapponese, il piccantissimo karashi.

All’estero la salsa di senape si chiama mustard, mentre quella che nel nord e centro Italia chiamiamo mostarda è una preparazione ben diversa, che sì contiene senape, ma è a base di frutta e zucchero, e si usa per accompagnare i bolliti.

Se vi piace il sapore pungente della senape ho un segreto per voi: di questa pianta non si consumano solo i semi e le salse che se ne ottengono, ma anche le foglie, che tra l’altro sono ricche di sostanze benefiche. Come la maggior parte delle verdure a foglia, la senape si può bollire, saltare in padella o cuocere al vapore, e si sposa benissimo con la salsiccia. Provateci!

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