Lo chef Mattia Giacomelli ci svela i segreti della cucina della Valtellina: Strisciatt

Lo chef Mattia Giacomelli ci svela i segreti della cucina della Valtellina: Strisciatt
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Mattia Giacomelli ci racconta i segreti della Valtellina, parlandoci del cosiddetto Strisciatt.

L’estate è appena entrata nel vivo e per gli italiani in vacanza la montagna resta uno dei luoghi preferiti per le vacanze: agriturismi immersi nella natura, campeggi e rifugi saranno gli alloggi sul podio dei viaggiatori, che prediligono soggiorni all’aria aperta. Tra le motivazioni, voglia di contatto con la natura, enogastronomia e desiderio di relax. Nove italiani su dieci trascorreranno le vacanze nel Belpaese (Fonte Istat). La Valtellina, per le sue caratteristiche, si posiziona tra le mete di tendenza per gli amanti della montagna. Il turismo in valle ha registrato una crescita costante negli ultimi 10 anni e, anche per questa stagione 2022 appena cominciata, le stime lasciano presagire buone performance con un +40% di presenze rispetto al 2021 nella sola provincia di Sondrio (Fonte: Polis).

Un territorio unico al mondo, fatto di bellezze naturali e artistiche, borghi storici e panorami mozzafiato ma non solo, la Valtellina è anche culla di una tradizione gastronomica ultrasecolare, le cui radici sono da ricercare nella memoria più lontana e che riscontrano l’interesse del viaggiatore contemporaneo, alla ricerca di vere e proprie esperienze sensoriali per il palato, soprattutto in vacanza. La riscoperta di prodotti antichi e delle cucine tradizionali come espressione dei valori di un tempo oggi è un vero e proprio trend e il motivo è semplice: per 1 italiano su 2 (48%) la cucina tipica locale esprime la vera identità dei luoghi in cui è nata. E se per il 38% è sempre diversa, a seconda della cultura e della tradizione del territorio, per il 33% è specchio della memoria locale. Lo rivela la ricerca “Bresaola della Valtellina IGP, vera icona del territorio tra tradizione e innovazione”, commissionata alla Doxa dal Consorzio di Tutela Bresaola della Valtellina.

Il desiderio di scoprire i piatti della memoria locale è ancor più forte in vacanza, dove cambiano anche le modalità del pasto e dove sono i Millennials a rivelarsi innovatori: se da un lato i boomer, tra i 55 e i 74 anni, preferiscono un pasto completo da consumare seduti a tavola (60%), per 3 italiani su 10 (soprattutto nella fascia 18-34 anni) la cucina tipica locale si degusta alternando un pasto completo con tanti spuntini tipici a base di finger food in movimento. Non solo, il 15% sostituisce direttamente i pasti con tanti break nel corso della giornata. E il luogo ideale per concedersi uno spuntino in vacanza, per 1 italiano su 2 coincide con l’immersione nella natura oppure con la contemplazione di un monumento o una bellezza architettonica, contro il 23% che preferisce il momento della passeggiata. Ma la domanda viene da sé: spuntino dolce o salato? Per quasi 4 italiani su 10 non c’è dubbio, il vincitore è lo spuntino salato, mentre il 27% ama alternarlo con il dolce e il 19% si rivela “rigoroso”, riservando il salato al pomeriggio e il dolce per la mattina.

Tra i piatti della memoria Valtellinese da degustare gli Strisciatt di Mattia Giacomelli chef de Il LOCALE a CHIAVENNA: Vento d’Oriente tra i monti della Valtellina. La crespella di grano saraceno, cotta come una crêpe e arrotolata come un sushi, “impastellata” e trasformata in tempura, richiama i tradizionali “sciatt”. Il ripieno sprigiona l’inconfondibile sapidità della Bresaola della Valtellina IGP, adagiata su fonduta di Valtellina Casera e composta di mela della Valtellina agrodolce, a donare un sentore acidulo, connubio perfetto tra sapori inconfondibili. Parola di chef Mattia Giacomelli. 

(Se l’hai perso leggi e ascolta l’approfondimento Segreti in tavola dedicato al Salva Cremasco)

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