#mangiamoitaliano – il Peperone di Pontecorvo DOP

#mangiamoitaliano – il Peperone di Pontecorvo DOP
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Quando sentiamo parlare di “cornetto” pensiamo al classico croissant, ma sapevate che esiste un gustosissimo peperone soprannominato così?
Eh sì: il peperone di Pontecorvo DOP viene anche chiamato cornetto per via della sua forma allungata e ben più sottile rispetto ai normali peperoni.
Si produce in provincia di Frosinone, in particolare nel comune di Pontecorvo e in alcuni comuni vicini.
Il peperone di Pontecorvo è dolce, ha la buccia molto sottile e un sapore intensissimo. Inoltre è molto più digeribile rispetto alla maggior parte delle altre varietà di peperone!
Le sue particolari caratteristiche sono dovute proprio all’area geografica di produzione: infatti si tratta di un suolo argilloso e calcareo, molto fertile e ben drenante, che favorisce lo smaltimento degli eccessi idrici. Inoltre aiutano anche la piovosità della zona e l’abilità degli operatori locali, che anno dopo anno sono riusciti a selezionare le bacche migliori.
Il peperone di Pontecorvo IGP è ricco di sostanze benefiche, in particolare vitamina C, sali minerali, beta-carotene e sostanze antiossidanti. È tradizionalmente consumato sott’olio o sott’aceto, come conserva alimentare, ma ovviamente può essere utilizzato in moltissime altre ricette, proprio come qualsiasi altro tipo di peperone… l’unico limite è la nostra fantasia!
Il segreto? Per esaltarne ancora di più il gusto irresistibile, provate a preparare una conserva di peperoni di Pontecorvo in agrodolce. È semplice: dopo aver sbucciato i peperoni e averli tagliati in striscioline, fateli cuocere per una ventina di minuti nell’aceto di mele, in cui avrete fatto sciogliere del sale e dello zucchero (circa 50 g di sale per 120 di zucchero). Poi lasciateli scolare e raffreddare per almeno un’ora, conservate il liquido di cottura, e poi quando sono freddi inserite i peperoni nel barattolo ricoprendoli interamente con il liquido. Mi raccomando, ricordatevi di sterilizzare il barattolo di vetro e pastorizzarlo dopo averlo riempito, sempre seguendo le linee guida del ministero della salute.

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