#mangiamoitaliano – I Fichi di Cosenza DOP

#mangiamoitaliano – I Fichi di Cosenza DOP
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Sapete perché si dice “Non valere un fico secco”? Da dove viene questa connotazione così negativa del fico, visto che nella nostra cultura questo frutto è molto apprezzato per la sua bontà e le sue benefiche proprietà?
Beh, nell’antica cultura greca il fico era considerato un cibo da poveri e può essere che questa connotazione negativa può darsi che sia passata in epoca romana anche in Italia e poi sia rimasta.
Ma certamente non è il caso dei buonissimi fichi di Cosenza DOP che hanno la peculiare caratteristica di avere acheni piccoli, sottili, quasi inavvertibili alla masticazione.

Probabilmente sono stati introdotti nella zona al tempo della Magna Grecia, comunque la coltivazione del fico è documentata nella provincia di Cosenza fin dal ‘500, ma pensate che la “Statistica murattiana” del 1812 riporta che i “Fichi di Cosenza” erano già allora oggetto di esportazione fuori dal Regno.

Sono tra i migliori in circolazione, perché si ottengono a partire da una delle varietà più pregiate di fico, coltivato in condizioni ideali sia dal punto di vista climatico sia per quanto riguarda le tecniche di lavorazione. Infatti, per ottenere i fichi di Cosenza DOP si utilizza la varietà italiana Dottato, già descritta nel 18 secolo e di particolare pregio. I fichi freschi di questo tipo presentano caratteristiche ideali per l’essiccazione: hanno una buccia sottile ed elastica e la polpa piena, omogenea e zuccherina.

Il processo di essiccazione dei fichi di Cosenza inizia sugli alberi, dove i frutti vengono fatti seccare al sole; poi vengono raccolti manualmente e il processo di asciugatura continua per un periodo che va dai 3 ai 7 giorni.

Il segreto per riconoscere i veri fichi di Cosenza DOP è assicurarsi che l’etichettatura sia regolare: deve riportare la dicitura “fichi di Cosenza DOP”, eventualmente tradotta in altre lingue, i dati dell’azienda produttrice, e il logo bianco e verde dei fichi di Cosenza, che raffigura un frutto di fico all’interno di una foglia, sotto alla scritta “fichi di Cosenza”.

(Se l’hai perso leggi e ascolta l’approfondimento Segreti in tavola dedicato al pollo)

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