L’apicoltore naturalista Marco Maldera ci svela i segreti del miele di melata

L’apicoltore naturalista Marco Maldera ci svela i segreti del miele di melata
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Marco Maldera, naturalista e forestale decide, nel 2016, di unire la sua passione e le sue conoscenze della natura con quella dell’apicoltura acquistando i primi tre sciami di api. L’apicoltura diviene così il modo migliore di applicare le conoscenze scientifico-naturalistiche in una pratica agricola preziosa per l’ambiente. L’apicoltura è infatti una delle poche pratiche produttive ad impatto ecologico zero e rappresenta una risorsa indispensabile per l’ambiente grazie all’insostituibile servizio di impollinazione offerto dalle api.

Conoscete il miele di melata? Scopriamolo con Marco Maldera. E’ chiamato anche miele di bosco ed è diffuso in tutta Italia. E’ un miele che non deriva dalla raccolta del nettare dei fiori, ma dalla melata, una sostanza dolce che viene prodotta da alcuni insetti, come rincoti, psille, afidi, che succhiano ed elaborano la linfa delle piante e degli alberi, come nutrimento.

Questa sostanza viene poi raccolta dalle api e trasformata in miele, che presenta delle caratteristiche peculiari: ha un colore scuro, è molto viscoso, più ricco di sali minerali e di zuccheri superiori rispetto al miele di nettare, inoltre cristallizza molto raramente. Tra i profumi che si possono trovare nel miele di melata c’è il vegetale di foglie e di concentrato di pomodoro, ma anche quello di fichi secchi e datteri.
Ha un sapore non troppo intenso che ricorda il vin cotto.  In commercio esistono mieli di melata derivati dalla raccolta di melata su specifici alberi come quella di agrumi, di quercia o di abete.
Grazie al suo sapore dolce e maltato è ideale nella panificazione, ed è molto amato da chi preferisce mieli non troppo dolci, ma senza la componente gustativa amara.

(Se l’hai perso leggi e ascolta l’approfondimento Segreti in tavola dedicato al world cocktail day)

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