La Dottoressa Carla Lendaro ci racconta la storia di un grano antico

La Dottoressa Carla Lendaro ci racconta la storia di un grano antico
PLAY

Lo sapete che uno dei più famosi grani antichi, forse quello più ricercato e acquistato, è frutto dell’ingegno di un grande scienziato italiano?
Nel 1900 si applicava il selezionismo, tecnica questa molto lenta e spesso inefficace perché, una volta individuata la pianta con le caratteristiche migliori nell’ambito di una varietà di grano, si doveva aspettare la sua riproduzione e sperare che mantenesse quelle caratteristiche per cui era stata scelta.
Nazareno Strampelli, nato nel 1866 in provincia di Macerata e laureatosi in agraria a Pisa, introdusse una novità sensazionale: l’ibridazione, cioè l’incrocio tra varietà diverse. Oggi questa pratica appare normale, ma all’epoca suscitò grosse opposizioni in quanto veniva considerata un’intervento dell’uomo “contro natura”. L’ibridazione fu teorizzata a fine ‘800 da Gregor Mendel, ma Strampelli non conosceva gli studi di Mendel.
Strampelli realizzò un migliaio di incroci e collezionò critiche a non finire, anche violente. Ebbe però successo: creò tanti nuovi tipi di frumento, fra cui l’Ardito, una varietà ottenuta ibridando il grano autoctono italiano Rieti, resistente alla ruggine nera, con Akagomughi, giapponese, caratterizzato da bassa taglia e maturazione precoce, e con Wilhelmina Tarwe, olandese, ad alta produttività.
Fu grazie all’Ardito e al San Pastore che il regime fascista riuscì ad aumentare la produzione italiana di frumento, quasi a raddoppiarla, senza aumentare le superfici coltivate (la famosa battaglia del grano).
Strampelli non si arricchì mai con i suoi frumenti poiché scelse di non chiedere royalties per lo sfruttamento commerciale dei semi da lui distribuiti. Scrisse: «Le mie pubblicazioni, quelle a cui veramente tengo, sono i miei grani; ad essi resta affidata l’opera mia nell’interesse del mio paese»
Nel 1907, il deputato Raffaele Cappelli permise a Strampelli di effettuare delle semine sperimentali su dei campi di sua proprietà vicino a Foggia. Strampelli, nel 1915, selezionò una varietà autunnale adatta alla pastificazione, ottenuta da una cultivar tunisina e lo dedicò nel 1923 a Raffaele Cappelli, nel frattempo divenuto senatore. Il grano Senatore Cappelli diventò un successo tra gli agricoltori italiani, nonostante fosse alto e suscettibile all’allettamento, perché era molto più produttivo dei grani duri utilizzati in precedenza.
Negli anni ’60, le varietà di Strampelli furono sostituite da altre più produttive ottenute da mutazioni o da incroci a partire, quasi sempre, dalle sue varietà. Il più famoso è il grano Creso, capostipite di quasi tutti i grani moderni, ottenuto irradiando con neutroni e raggi gamma il Cappelli, presso il Centro della Casaccia del CNEN, ora ENEA.

(Se l’hai perso leggi e ascolta l’approfondimento di Carla Lendaro dedicato alla differenza tra dieta e regime alimentare)

Ti potrebbero interessare