Immaginate di percorrere un’antica strada romana attraversando il mare per più di due km per poi, alla fine, scoprire un vero gioiello: Djerba.
A Djerba la vera sorpresa è che da qualsiasi parte dell’Italia voi arriviate troverete sempre qualcuno che vi parla in italiano fino a sentirvi chiamare addirittura “paisa’”.
Insomma la vera ricchezza della popolazione è che da tempo ha capito l’importanza del turismo e si è data da fare per svilupparlo sfruttando l’ospitalità, il mare e alcuni siti storici davvero unici. Tra questi spiccano l’antica diga romana, e la sinagoga di Ghriba, cosa che mi ha davvero colpito. Ciò che mi ha colpito è stato trovarne una in un paese arabo perché è cosa più unica che rara.
Un altro luogo magico dove ho quasi consumato l’obbiettivo della mia Nikon è il lago salato di El Hamma, il posto che attrae la maggior parte dei turisti per i suoi incredibili colori al tramonto.
Il chiasso e i colori si uniscono a meraviglia a Houmt Souk, un susseguirsi di piazzette circondate da alberi di ibisco e botteghe di gioiellieri ebrei. Questo è il capoluogo jerbino e rappresenta la classica immagine della Tunisia. C’è anche un souk coloratissimo che pullula di mille colori e profumi, dai vasi in terracotta alla frutta, dalle stoffe al pesce, e molte altre particolarità turistiche.
Un occhio di riguardo va ai tappeti berberi, fra cui spiccano i kilim dai colori vivacissimi e i disegni geometrici, non di grande pregio, ma comunque piacevoli e adattabili a qualsiasi tipo di arredamento.
A fine giornata non tornate in albergo senza aver preso almeno un esemplare di rosa del deserto, una pietra originata dall’aggregarsi di tanti granelli di sabbia; ma so già che sarà impossibile non farlo, dal momento che i ragazzi del luogo vi renderanno la vita impossibile fino a quando non ne avrete comprate almeno 3 o 4 di forme diverse.
Fate come ho fatto io: l’ultima tappa a Djerba riservatela all’escursione a Guellala. Qui potrete comprare le richiestissime ceramiche colorate, e ritroverete un vostro amico, il caldo umido, un amico che non parla ma è più appiccicoso di tutti i venditori del suk messi insieme. Tuttavia fidatevi di me perché ne vale davvero la pena e, caldo umido a parte, lì la sera si colora di una serie di ristorantini tipici che costeggiano il lungomare, ideali per una cena a base di pesce. Il brick, una (due anche meglio) omelette speciale a base di tonno vi lascerà senza parole.
Grazie Djerba…arrivederci a presto.
(Se l’hai perso leggi e ascolta l’approfondimento Travel Experience dedicato a Saragoza)