Asiago DOP

– È uno dei formaggi italiani più famosi e gettonati al mondo: sto parlando dell’Asiago, prodotto DOP delle regioni Trentino e Veneto, nella zona dell’Altopiano di Asiago (appunto).
– La storia dell’Asiago è antichissima: le prime testimonianze risalgono all’anno Mille. Originariamente l’asiago era ottenuto da latte ovino, intorno al 16* secolo si iniziò a utilizzare latte di vacca.
– L’asiago è DOP dal 1978 e oggi è il quarto formaggio bovino italiano per quantità prodotta. Le speciali caratteristiche del territorio, il clima, e le tecniche utilizzate per la lavorazione di questo formaggio ne garantiscono l’assoluta qualità. Tutte le fasi della produzione devono avere luogo nella zona d’origine.
– L’asiago è molto apprezzato per il suo sapore intenso, ma ne esistono tre tipologie diverse, ognuna con caratteristiche differenti: l’asiago fresco è il più recente, iniziarono a produrlo negli anni ‘20 del Novecento, ed ebbe grande successo fin da subito per via del sapore più dolce e delicato e della consistenza morbidissima (sembra sciogliersi in bocca!). Fa anche molto bene, perché è ricco di fermenti lattici vivi ed è un formaggio a elevata digeribilità. L’asiago stagionato, invece, può essere mezzano, vecchio o stravecchio a seconda della stagionatura, ha un sapore molto più deciso e un alto contenuto di proteine di elevato valore biologico. Infine c’è un altro tipo di asiago, che può essere sia fresco che stagionato: l’asiago prodotto della montagna. Questo ulteriore marchio indica che il formaggio in questione viene esattamente dalla zona tradizionale di produzione, da latte proveniente da stalle situate in territorio montano, e che sono state rispettate il più possibile le tradizionali tecniche di produzione: insomma, un prodotto puro e pregiatissimo!
– Il segreto per riconoscere il vero asiago? Quello fresco deve avere impressi sulla forma tutti questi elementi: il bollo di caseina, che riporta i dati di produzione e lavorazione; il logo del formaggio con la scritta “asiago”; il numero di matricola e infine la scritta “consorzio tutela asiago”; quello stagionato dovrà anche riportare la lettera alfabetica indicante il mese di produzione, mentre l’asiago di montagna, ovviamente, avrà la marchiatura a fuoco “prodotto della montagna”.

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