Sushi e sashimi

Sushi e sashimi
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– È il piatto più famoso della cucina giapponese, e ormai da anni sta spopolando pure in Italia e nel resto del mondo: ovviamente sto parlando del sushi. Ma quanti di noi sanno effettivamente di cosa si tratta, o conoscono le differenze tra le varie tipologie?
– Innanzitutto è fondamentale sottolineare la differenza tra sushi e sashimi: entrambi sono piatti a base di pesce crudo, ma mentre il sushi prevede l’utilizzo di altri ingredienti, normalmente alghe, riso e talvolta verdure, il sashimi è semplicemente pesce fresco. Si tratta quindi di un piatto che, oltre a essere più costoso perché prevede una superiore quantità e spesso qualità del pesce, è più adatto ai veri amanti di pesce crudo che lo vogliono gustare senza l’aggiunta di ulteriori sapori che ne attenuano il gusto.
– Esistono tantissimi tipi di sushi. Per esempio i nigiri, polpette di riso dalla forma un po’ allungata con una strisciolina di pesce in cima, spesso senza alga; oppure i classici maki, il sushi più famoso qui da noi, di forma cilindrica e con il pesce all’interno avvolto da uno strato di riso e l’alga all’esterno. E poi varianti più particolari, come i temaki, a forma di cono. Insomma, ce n’è per tutti i gusti!
– Ovviamente sia per il sushi che per il sashimi il pesce dev’essere fresco e di ottima qualità, e soprattutto dev’essere sempre abbattuto per neutralizzare eventuali parassiti! Il riso utilizzato per il sushi dev’essere riso giapponese cotto in aceto di riso con l’aggiunta di zucchero, sale e sakè, mentre per quanto riguarda l’alga si usano le alghe nori, che si trovano in sfoglie sottili ma resistenti.
– Il sushi, se di buona qualità, può apportare molti vantaggi per il nostro organismo perché, come sappiamo, il pesce contiene tante sostanze benefiche, in particolare gli omega3. Inoltre è una pietanza adatta anche a regimi dietetici ipocalorici, soprattutto il sashimi che non contiene neanche il riso.
– Ma come riconoscere quando il pesce crudo è fresco e di buona qualità? Ecco alcuni segreti: il pesce dev’essere lucido, ma non necessariamente monocromatico, anzi, se presenta sfumature è spesso un segno di freschezza. Deve poi essere pressoché inodore, freddo al tatto e liscio, non appiccicoso; infatti il pesce vecchio si riconosce anche perché rilascia un materiale grasso e quasi colloso, che lo rende appiccicoso. Inoltre dev’essere rigido, se si scioglie in bocca vuol dire che è vecchio. Infine il riso dev’essere leggermente profumato di aceto, né croccante né appiccicoso.

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