#mangiamoitaliano – La Robiola di Roccaverano DOP

#mangiamoitaliano - La Robiola di Roccaverano DOP
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Vi piacciono i formaggi morbidi e cremosi, ma dal sapore intenso? Sicuramente allora avrete già provato la celebre robiola di Roccaverano, prodotto DOP del Piemonte, per la precisione in provincia di Asti ed Alessandria.

È un formaggio antichissimo, pensate che fu introdotto in Liguria dai Celti e ne parlò anche Plinio il Vecchio. Il nome “robiola” viene proprio da rubeola, dal latino ruber, per via del colore rossastro assunto dalla crosta del formaggio al termine della stagionatura.

La robiola di Roccaverano è un formaggio fresco a pasta morbida e si produce con latte crudo intero di capra in purezza, oppure in misura minima del 50% con aggiunta di latte di vacca o pecora in quantità variabili.

A seconda della durata della stagionatura viene commercializzato nella tipologia Fresco e Stagionato. Il Fresco ha un periodo di maturazione di massimo 10 giorni, la crosta pressoché assente, la consistenza cremosa e il sapore delicato ma saporito. La robiola di Roccaverano si considera invece stagionata se il periodo di maturazione supera i 10 giorni. Ha la crosta di colore rossiccio con presenza di muffe naturali, la consistenza sempre morbida ma più compatta, e il sapore molto più deciso e caratteristico. Insomma, ce n’è per tutti i gusti!

Dal punto di vista nutrizionale la robiola, pur non essendo esattamente dietetica, è ricca di sostanze benefiche per il nostro organismo: proteine rapidamente assimilabili, vitamine e sali minerali, in particolare il calcio.

Ecco alcuni segreti per la conservazione e il consumo della robiola di Roccaverano DOP: prima di servirla, tiratela fuori dal frigorifero e lasciatela respirare per una decina di minuti. È un ottimo formaggio da tavola, sia fresco che stagionato, condito con olio e un po’ di peperoncino. Si abbina benissimo con gli affettati e i vini piemontesi. Per conservarla il più a lungo possibile senza alterare le caratteristiche organolettiche, è consigliabile riporla su un piatto di porcellana o ceramica e coprirla con una scodella dello stesso materiale, in modo che la porosità dei recipienti lasci respirare il formaggio. Quindi mi raccomando, niente plastica o vetro! Al massimo potete conservare la robiola sott’olio, com’era usanza in passato.

(Se l’hai perso leggi e ascolta l’approfondimento Segreti in tavola dedicato al Buffet Day)

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