#mangiamoitaliano – Farro di Monteleone di Spoleto DOP

#mangiamoitaliano - Farro di Monteleone di Spoleto DOP
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Sapete qual è il più antico tipo di frumento coltivato dall’uomo, il farro. E non un farro qualsiasi, ma quello DOP di Monteleone di Spoleto, prodotto in una piccola area montana in provincia di Perugia, in Umbria, fin da tempi antichissimi.
In quelle zone questo alimento si utilizzava come forma di nutrimento almeno fin dai tempi degli etruschi, è stato infatti ritrovato all’interno di una tomba etrusca risalente al VI secolo a.C. E il farro ha sempre avuto un’importanza fondamentale per gli abitanti della zona, tanto che durante la Seconda Guerra Mondiale significò la salvezza per gli abitanti di Monteleone e dintorni.
Il farro di Monteleone di Spoleto DOP deve le sue caratteristiche alle condizioni pedoclimatiche e alla lunghissima tradizione di coltivazione del farro nella zona di produzione. La spiga è piatta, corta e affusolata, i chicchi vitrei e compatti, il sapore, che ve lo dico a fare, veramente gustoso.
Il farro, rispetto alla maggior parte degli altri tipi di frumento, è uno dei meno calorici. Inoltre contiene l’aminoacido essenziale metionina, assente in quasi tutti gli altri cereali. Ha anche buone quantità di proteine, vitamine del gruppo B e sali minerali. È anche ricco di selenio, che aiuta a contrastare gli effetti dei radicali liberi. Contiene meno glutine rispetto al grano, ma comunque ne contiene, quindi purtroppo non è un alimento adatto ai celiaci.

Il farro di Monteleone di Spoleto può essere utilizzato in moltissime ricette. Si può sostituire al grano nella preparazione di pane, pasta e focacce, oppure può essere consumato al posto del riso, sia da solo che in accompagnamento a verdure o in zuppe e minestroni. Si trova in commercio in varie tipologie differenti: integrale, semiperlato, spezzato e sotto forma di semolino di farro.

Ecco i segreti per cucinare nel modo giusto ciascuno dei tre tipi di farro: quello integrale ha bisogno di ammollo di almeno 12 ore e va poi cotto per due ore. Il semiperlato e lo spezzato invece non devono essere messi in ammollo, anche se è sempre meglio dargli una sciacquata prima di cucinarli, e vanno cotti per circa mezz’ora. I tempi si dimezzano se la cottura viene effettuata in pentola a pressione. Mi raccomando, assicuratevi sempre che l’acqua ricopra interamente il farro.

(Se l’hai perso leggi e ascolta l’approfondimento Segreti in tavola dedicato al Pecorino Toscano DOP)

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