Libri, cos’è il tsundoku?

C’è chi entrando in una libreria non resiste alla tentazione di comprare uno o più libri. E fin qui, nulla di strano. Se non fosse che questi libri, una volta acquistati, finiscono per accumularsi in qualche angolo della casa prima di essere nuovamente presi in mano e, nel peggiore dei casi, rimangono proprio lì. Per descrivere questo comportamento esiste un termine giapponese, ossia tsundoku. Il termine “tsundoku” è stato coniato nel lontano 1879 e ha origine da due parole: “tsunde” che significa “accumulare, impilare cose” e “doku” che significa “leggere, lettura. A differenza della bibliomania che porta il soggetto ad accumulare libri allo scopo di collezionarli, lo tsundoku è più una forma di tentazione a cui non si sa resistere. A chi non è capitato di entrare in una libreria, girare tra tavoli e scaffali stracolmi di libri, ed essere fortemente attratto da titoli, grafiche e copertine? Senza contare che il luogo stesso della libreria è una specie di “bolla” di pace, dove se c’è musica si può ascoltare solo in sottofondo, dove le persone non hanno fretta e dove tono e volume delle voci sono appena percettibili. Acquistare libri è un vero piacere e forse, l’abitudine di accumularli, è una mania che nessuno è disposto ad abbandonare. Prima o poi si troverà tempo per prenderne in mano uno e iniziare a leggerlo.

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