Farro

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– Sapevate che il farro è il più antico tipo di frumento coltivato dall’uomo?
– Pensate che si utilizzava come forma di nutrimento fin dal neolitico, ed era uno degli alimenti principali delle legioni romane durante le campagne di conquista. Nel corso dei secoli l’importanza del farro è diminuita per via della diffusione sempre maggiore del grano tenero e duro, ma negli ultimi anni il farro è tornato alla ribalta.
Il farro è uno dei tipi di frumento meno calorici. Inoltre contiene l’aminoacido essenziale metionina, assente in quasi tutti gli altri cereali. Ha anche buone quantità di proteine, vitamine del gruppo B e sali minerali. In particolare, il suo alto contenuto di selenio aiuta a contrastare gli effetti dei radicali liberi. Contiene meno glutine rispetto al grano, ma comunque ne contiene, quindi purtroppo non è un alimento adatto ai celiaci.
Il farro può essere utilizzato in moltissime ricette. Si può sostituire al grano nella preparazione di pane, pasta e focacce. Oppure può essere consumato al posto del riso, sia da solo che in accompagnamento a verdure o in zuppe e minestroni.
In commercio si trovano tre tipi di farro: quello decorticato o integrale, molto saporito e ricco di fibre ma anche il più difficile da digerire, quello semi-perlato e poi quello perlato, il più “ripulito”.
Il segreto per cucinare nel modo giusto il farro decorticato è lasciarlo in ammollo per almeno 12 ore, poi scolarlo e risciacquarlo più volte finché l’acqua sarà limpida. Per cucinarlo basta lessarlo per un’oretta (o la metà del tempo in pentola a pressione): l’acqua deve ricoprire interamente il farro. Il farro semi-perlato e quello perlato, invece, non hanno bisogno dell’ammollo, ma è comunque meglio sciacquarli prima della cottura.

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