Carne di maiale IVSI

Intervista a Luca Govoni
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Luca Govoni

Biografia

Di natali fiorentini e adozioni molteplici, classe 1979, Luca Govoni è oggi docente di ALMA a Colorno. Un divulgatore culturale di cose buone con un passato da cuoco: «Mi dilettavo già alle medie», rievoca, «ma ebbi una battuta d’arresto quando ubriacai i miei compagni 13enni per aver messo troppa bagna di rhum nei babà». Seriamente, lavora al ristorante già al primo anno di università a Pavia: di giorno studia Conservazione e restauro dei beni culturali, indirizzo storico-artistico, la sera fa il lavapiatti all’Osteria delle Carceri, al fianco di Laura Curti, la sua prima maestra. «Era perfetto», rammenta oggi Govoni, «mentre lavavo i piatti, leggevo i libri». Solo che poi coi fornelli ci sa fare e quindi è promosso in cucina.

Nel 2004, chiusa la laurea, non sa se proseguire con gli studi o mettersi a fare definitivamente il cuoco. Lo storico Alberto Capatti lo mette davanti a un bivio: «O vai a Bologna a studiare storia dell’alimentazione da Massimo Montanari, oppure c’è questa nuova scuola privata che sta per aprire a Colorno». Opta per la prima ipotesi e in due anni diventa montanariano convinto, facendo suo l’insegnamento per cui il cibo è sempre espressione della cultura di un popolo.

Comincia a collaborare come autore per Slow Food: indaga sui presìdi nel mondo e ne scrive. Una parentesi nel marketing e ufficio di comunicazione di Assica ad Assago, lo spinge a inseguire nuove avventure: torna in Sudamerica e discende il Rio delle Amazzoni. Ma qui ha una nuova folgorazione: «Torno a studiare Antropologia a Bologna». Solo che poi si ritrova ad ALMA, Colorno. È il 2011 quando Andrea Sinigaglia gli affida l’insegnamento di “Storia e cultura della gastronomia e della cucina italiana”, tuttora il suo incarico e responsabile di quest’area. Dispensa pillole di storia e saggezza alle nuove leve di cucina.

Tra gli altri, incontra qui il cuoco Paolo Lopriore. A furia di esplorare assieme le radici antropologiche del nostro mangiare, la loro partnership si rinsalda e nascono da questa liaison alcune delle teorie più brillanti come quella della cucina circadiana e l’evoluzione del desco gastronomico nella dimensione conviviale.

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